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I BRUTTI MA BUONI

Aggiornamento: 11 ago 2018


I brutti ma buoni: parte della nostra pasticcceria secca.

Queste fragranti prelibatezze vengono prodotte ormai in tutte le regioni, ognuna con piccole varianti come per esempio l’aggiunta di pistacchio, pinoli o altra frutta secca con differenti aromi. Molti ritengono che siano originari del Piemonte, altri dell‘Emilia; a Prato è conosciuta la variante dei “Bruttiboni” o “Mandorlati di San Clemente” preparati con sole mandorle dolci e amare, scorza di limone e amalgamati sempre con chiari d’uovo montati e cotti prima in pentola e poi nel forno sopra una sottile ostia. Si dice, però, che i “Brutti ma buoni originali” siano quelli di Gavirate, nati nel 1878 nell’antica pasticceria di Costantino Veniani. Sono realizzati, incartati e confezionati a mano, avvolti nella tipica e inimitabile cartina stile liberty della pasticceria (il cui marchio è anche registrato presso l’ufficio brevetti) rappresentante l’immagine del museo dell’Isolino Virginia su un lato e l’immagine della chiesetta gaviratese della Santissima Trinità sull’altro.

Nel 2008, grazie al recupero della ricetta della “Variante alla Cannella”, ritrovata in un vecchio ricettario di un pasticcere milanese presso un mercatino di libri antichi, è stato possibile riprodurre e riproporre al pubblico i brutti ma buoni alla cannella incartati da un involucro rosso, come alternativa agli originali alla vaniglia.


Noi li prepariamo alle mandorle e sono dolci ad hoc per gli intolleranti al glutine.

Preparazione

  1. Tritate grossolanamente le mandorle, unite lo zucchero a velo e mescolate.

  2. Montate a neve l'albume con un pizzico di sale, unite lo zucchero semolato e il composto di mandorle e zucchero a velo.

  3. Distribuite il composto a cucchiaiate sulla placca del forno foderata di carta speciale.

  4. Cuocete in forno caldo a 130° per circa 40 minuti. Servite freddi.




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